White Summer
(Led Zeppelin tribute)
Dopo un percorso quasi decennale, segnato da grandi fatiche e grandi successi, Simone Romanato (voce) cambia aria e pochi giorni dopo segue a ruota Marco Ferraresi (batterista), anche lui deciso a costruire qualcosa di unico.
Grazie ai rapporti solidi e cristallini i due ritrovano velocemente la voglia e il piacere di fare musica, la voglia di dire ancora qualcosa su quei palchi che fin lì avevano dato tanto, per la gente, gli amici, gli appassionati, per tutti quelli che proprio in quei giorni chiedevano di non mollare.
La band a questo punto ha una voce e una batteria, ma servono un gran basso e una signora chitarra e la fortuna si sa, aiuta gli audaci…
“Wilson” esclama Marco; Filippo Barbieri è il nostro uomo, preciso, umile, un tocco semplice ma fondamentale e verso il calare di quello stesso giorno fortunato, Simone incontra in un locale l’amico Frank R. vero cultore della storica band Britannica che tra una considerazione e l’altra sputa fuori il nome di quello che sarà l’ultimo quarto di cerchio, Alberto Biason, Albert Marshall per gli amici, affezionatissimo al rock duro, innamorato del tocco di Jimmy Page, crudo, pesante, faccia pulita…Uno che fa suonare davvero bene quella chitarra.
Il 27 dicembre 2016 si prova in una piccola sala, ben attrezzata e accogliente, quasi spaventati da un’empatia che temiamo di non sentire, aspettativa di una scintilla che potrebbe non necessariamente scoccare. Il primo pezzo a suonare è Good Bad Times, alla seconda battuta, tra un sorriso e l’altro, nascono i White Summer.
Simone Romanato, voce
Alberto Biason “Albert Marshall”, chitarra
Filippo “Wilson” Barbieri, basso
Marco Ferraresi, batteria
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