Ricordando Lucio Battisti

Lucio Battisti (foto dal sito Raiplay)

di Angelo Volpe

(tutte le immagini sono tratte dal sito Raiplay)

Pochi giorni fa ricorreva il 25.mo dalla scomparsa di Lucio Battisti. Su Raiplay è disponibile un interessantissimo documentario che ne fa un ritratto, per parole, musica e immagini, con il contributo di quanti con lui hanno collaborato negli anni d’oro della sua carriera. Primo fra tutti Giulio Rapetti, in arte Mogol, l’autore-poeta per antonomasia delle sue canzoni. Quelle che lo hanno consacrato per sempre nei cuori di chi lo amava e apprezzava.
Nato nel 1943, oggi sarebbe ottantenne se una malattia (mai chiarita ufficialmente, sembra fosse un linfoma al fegato) non se lo portò via nel 1998 a soli 55 anni. I suoi album (33 giri) e i suoi singoli (45 giri) hanno coperto un arco di tempo che va dalla metà degli anni 60 fino al 1994, data di pubblicazione del suo ultimo disco. L’apice del suo successo furono gli anni 70, dalla pubblicazione dell’album Emozioni in poi. Già sul finire di quel decennio la parabola del suo successo cominciò la fase discendente. Un piccolo, ma inesorabile declino, dovuto principalmente alla rottura del suo sodalizio con Mogol.

Giulio Rapetti, in arte Mogol: un indimenticabile, lungo e proficuo sodalizio con Battisti. (foto dal sito Raiplay)

La carriera di Battisti è infatti divisa in due tronconi, il periodo con Mogol e quello con Pasquale Panella. Chissà, probabilmente il cambio del paroliere-poeta ruppe qualcosa nello spirito creativo di Lucio, forse con Mogol si era creata una intesa e una armonia umana e artistica irripetibile. Fatto è che il successo dei primi anni 70 non tornerà più.

Lucio è un cantautore entrato di prepotenza nella storia della musica italiana e nei cuori di una generazione di italiani. La mia generazione. Quegli anni segnarono l’esplosione del fenomeno dei cantautori, basti ricordare un paio di nomi fra tutti: Francesco De Gregori e Francesco Guccini. Artisti molto diversi tra loro per stili musicali e tematiche, figli, ciascuno in modo proprio, di quegli anni difficili di grande turbamento sociale.
Lucio Battisti ha segnato un’epoca e una generazione, ma il suo estro e la sua poetica sono andati oltre. Tant’è che ancora oggi ne parliamo, lo celebriamo e ascoltiamo le sue canzoni. Credo che anche le nuove generazioni non siano immuni al fascino di Lucio Battisti. Sarebbe interessante sapere se vi siano dei sondaggi che ci dicano se e quanto Lucio sia conosciuto e apprezzato oggi. Personalmente, quando mi succede di sentire alcuni dei suoi brani, ancora oggi sento una stretta al cuore come quando ero ragazzo e andavo al liceo.
Grazie Lucio (e grazie Mogol).
0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.